Il parco e la trincea
Quello che cerchi in una escursione in mountain bike lo trovi percorrendo il Parco Salvatore Furia in località Masciago Primo in provincia di Varese.
Non tutti sanno che a pochi chilometri da Varese tra la Valcuvia e la Valganna, c’è un parco naturalistico di grande fascino. La sua inaugurazione è stata nel mese di giugno 2016. È un parco dedicato allo studioso e divulgatore Salvatore Furia già fondatore della società astronomica del Campo dei Fiori.
Il parco presenta un percorso ad anello di circa 5km. che può essere percorso a piedi o con una mountain bike. Lungo il percorso sono presenti, a volte anche nascoste, alcune “attrazioni” naturalistiche di grande interesse e fascino.
La mia esperienza in mountain bike parte dalla sede di MTBVarese ed arriva sentiero dopo sentiero al Borgo di Masciago Primo. È un’affascinante località con poche centinaia di abitanti che ha saputo conservare le proprie “perle”.
Il Borgo Masciago Primo
Il Borgo nel suo insediamento centrale è formato da tipiche case rurali con murature in pietra ben conservate. È un borgo consapevole del suo fascino discreto, che non vuole ostentare bellezza, ma che è la bellezza! Tra tutto spicca la chiesa di Sant’Agnese una delle più antiche delle Valcuvia.
Abbandonato il piccolo centro del paese, un’ottima segnaletica ci indica la direzione da seguire per raggiungere il parco Salvatore Furia. Si dovrà pedalare lungo via Mazzini, una via che ricorda le tipiche stradine di montagna sino a raggiungere una piccola cappella votiva. Da qui inizia il percorso lungo il Parco Salvatore Furia.
La Cappelletta
È un piccolo edificio mariano ed è il punto di partenza del sentiero Salvatore Furia.
NB: L’anello del parco deve essere percorso in senso antiorario.
Cosa c’è da vedere
La Geologia di Masciago Primo
A poche centinaia di metri dal punto di partenza, incontriamo lungo una ripida salita delle rocce di origine carsica. Tre blocchi lapidei forniranno delle interessanti indicazioni su come era la geologia del luogo.
Un’ottima cartellonistica rientrante nel progetto Interreg Italia-Svizzera (fondo europeo di sviluppo regionale) spiega accuratamente il calendario del tempo geologico. Chi vorrà con un pò di pazienza avrà modo di approfondire argomenti interessanti sulle rocce del territorio.
I muretti a secco
Proseguendo lungo il sentiero, da percorrere in mountain bike con la massima attenzione, incontreremo i muretti a secco. Tentativo ben riuscito, di antiche attività agresti per “domare” e “coltivare” l’ambiente boschivo. I muretti a secco permettevano di costruire sentieri con il solo materiale reperibile nel luogo, senza l’utilizzo di malte o altri materiali aggreganti.
La Macina (Buss del Diavolo)
Continuando il nostro percorso, arriveremo ad un bivio, a sinistra ci sarà l’indicazione verso la linea Cadorna a destra verso le sorgenti pietrificanti.
Proseguo nella pedalata a destra subito mi rendo conto che la difficoltà tecnica inizia ad aumentare. Un sentiero che non c’è ma che va solo disegnato. Una salita lungo una morena a tratti in erba che nasconde nel suo fondo grosse pietre ed alberi. Pian piano dopo diversi tentativi trovo il modo giusto per “scalarla”. La fatica è ripagata dal divertimento che provo ogni qualvolta ci sono delle difficoltà tecniche e soprattutto nell’arrivare al buss del Diavolo.
Questa macina in gneiss scuro è un fallito tentativo di creare una ruota per una macina e quindi abbandonata dai contadini in quel luogo. Attorno a questa grossa pietra c’è anche una legenda locale. I “vecchi” del paese raccontavano che questa pietra annerita con un buco centrale fosse la conseguenza dell’ira del diavolo, in quanto non riusciva a portare sulla cattiva strada un contadino locale.
Le Sorgenti Pietrificanti
Le sorgenti sono un patrimonio naturale e come tale da tutelare e salvaguardare. Si trovano in località Pisarota.
Dalla roccia della montagna sgorga una sorgente e lungo la sua struttura si sono formate nel tempo delle comunità di flora chiamata Briofite. Sono i primi organismi vegetali ad aver conquistato la terra ferma. Queste comunità nel tempo hanno permesso la formazione e la pietrificazione e la consolidazione del carbonato di calcio che pian piano in milioni d’anni hanno permesso la formazione delle rocce. Per questo motivo il luogo si chiama “sorgenti pietrificanti”
Ai piedi delle sorgenti è facile trovare nascoste nel loro habitat la salamandra pezzata e più difficilmente il gambero di fiume.
Il Masso erratico della Rossera
Abbandonate le sorgenti pietrificanti, ritornando lungo il sentiero che indica”la linea Cadorna”. Il sentiero è un anticamera ricca di bio diveristà con un bosco generoso di vegetazione e tratti con piccoli passaggi tecnici da percorrere con attenzione soprattutto per i meno esperti di mountain bike.
Il sentiero che ci porterà al masso erratico ci presenterà lungo la via una segnaletica sparsa qua e là indicante la specie di piante presenti nel bosco.
Pian piano ma quasi senza accorgersene arriviamo ad imboccare la strada militare che sale gradualmente sino a costeggiare sulla nostra destra una radura che in realtà è un pascolo di una locale fattoria.
A sinistra ben indicato troveremo un sentiero che ci porterà a poche centinai di metri al masso erratico della Rossera. È un grande blocco di pietra di gneiss trascinato migliai di anni fa dai ghiacci che dominavano gran parte del territorio. Durante lo scioglimento dei ghiacciai questi grossi blocci di roccia furono abbandonati la dove si trovano ora. L’occhio più attento potrà notare che la maggior parte dei massi erratici seguono una stessa linea di orientamento quasi tutti nord/sud.
La Linea Cadorna
Con la nostra mountain bike proseguiamo lungo il sentiero seguendo l’indicazione che ci viene fornita. Dovremo pedalare con la massima attenzione lungo un tracciato che a tratti presenta a sinistra dei burroni nascosti da sterpaglie e vegetazione che in caso di caduta non potrà sostenervi. Consiglio di fare questi brevi tratti con la bicicletta in modalità “portage”. Questo tratto del percorso è a mio avviso quello più tecnico dove non bisogna distrarsi. Pochi metri che possono fare la differenza tra una bella escursione o un brutto ricordo.
Siamo quasi arrivati alla linea miliare ancora poche centinai di metri e ci siamo! Lasciato alle nostre spalle questo tratto di bosco giungiamo al sentiero principale che collega Bedero Valcuvia con Masciago Primo ed i comuni della valle. La linea Cadorna.
Troviamo con tutta la sua storia la trincea con il suo bunker. Una fortificazione nascosta nella roccia della montagna, con lo scopo difensivo. La trincea visitabile al suo interno puntava verso la Valcuvia ed era a difesa di una ipotetica invasione da parte del nemico proveniente dal versante svizzero. All’interno della trincea l’ambiente roccioso appare asciutto non sembra che abbia oltre 100 anni di storia. Presenta due entrare una postazione di appostamento verso la valle e un “camino” di uscita verso la parte superiore della grotta. Interessante e curriosa è una piccola sorgente d’acqua sapientemente raccolta in una vasca ricavata dalla roccia. Una sorgente perfettamente funzionante ad oltre 100 anni dalla sua creazione!
Dati tecnici da Malgesso sede MTBVarese
Dislivello 766d+
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